Un tempo si facevano le protesi in vetro, oggi la tecnologia è cambiata.
Subito dopo la Prima guerra mondiale, quando l’Ocularistica Italiana fu fondata nel 1920 da Paolo Modugno, l’unica tecnologia esistente per la produzione mondiale di protesi oculari era la tecnica del vetro soffiato.
Un’arte più che una tecnica, molto simile a quella dei più grandi maestri vetrai di Murano.
Il risultato finale non poteva essere né modificato direttamente né replicato con eventuali piccole modifiche, in quanto ogni pezzo veniva ottenuto dal vetro fuso lavorato a mano, senza stampi.
Le protesi in vetro, nonostante un ottimo risultato estetico, non avevano sempre una tolleranza ottimale e se maneggiate senza attenzione, cadendo, potevano rompersi.
Era il massimo che la tecnologia potesse offrire e per molti è stata una salvezza, ma oggi le cose sono cambiate.
Con l’arrivo dei materiali plastici e più nello specifico dei polimeri, ora è possibile realizzare protesi perfettamente adattate ad ogni cavità, costruite specificatamente per ogni paziente con la tecnica dell’impronta.
Le protesi così realizzate sono infrangibili.
Anche i colori sono creati espressamente per ogni paziente e si possono creare iridi tridimensionali.
Per questi motivi la produzione di protesi in cristallo è ormai stata abbandonata in tutta Europa.
Protesi di vetro
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