Rai 1 – Uno Mattina 10 gennaio 2014
(servizio di Claudia Del Gaudio – regia di Antonio Morabito)

Intervista alla D.ssa Alessandra Modugno


L’occhio mancante può essere sostituito da un protesi in vetro oppure in resina. Ciò che conta è che sia uguale a quello sano. Bisogna essere allora davvero bravi nel fabbricarlo. E la scuola italiana di protesistica oculare è davvero maestra in questo da sempre. Ce lo conferma la D.ssa Alessandra Modugno, medico oculista specialista in protesi oculare.

Domanda:
D.ssa cominciamo da questo primato tecnico ed artistico.

Alessandra Modugno:
Le prime protesi oculari sono state prodotte in Italia già all’inizio del 900. Si tratta di un artigianato sopraffino che richiede un’alta specializzazione, un lungo apprendistato.

Negli ultimi anni sono state migliorate molto queste tecniche per cui è possibile oggi applicare delle protesi anche su casi più difficili con migliori risultati estetici e di tolleranza.

Domanda:
Vetro o resina, dicevamo, non fa tanta differenza. Ma forse un pochino sì. Spieghiamo il perché.

Alessandra Modugno:
Non esiste una protesi ideale. Le protesi in cristallo sono più difficili da realizzare, ma in alcuni colori hanno un migliore risultato estetico. Le protesi in resina sono più facili da realizzare: il materiale è più malleabile, più adattabile all’occhio o alla cavità orbitaria, ma l’ampiezza dei colori rimane inferiore rispetto a quelle in cristallo.

Quindi l’ideale sarebbe di poter mischiare le due tecniche, cosa che, purtroppo, non possibile.

Domanda:
La protesi oculare può essere parziale o totale. Distinguiamo le cose.

Alessandra Modugno:
Parziale quando parliamo di un occhio che è “andato in atrofia”: vuol dire che è diventato più piccolino a casa di una malattia o di un trauma. A quel punto si può mettere al di sopra una protesi oculare che è come una grande lente che riproduce non solo l’estetica dell’occhio controlaterale ma anche lo stesso movimento.

Nel caso in cui è necessario invece dover rimuovere del tutto l’occhio, si possono fare oggi degli interventi in cui si applica all’interno della cavità una pallina cosiddetta endoprotesi che legata ai muscoli dà lo stesso effetto di un occhio atrofico e quindi dà un buon movimento della protesi al di sopra.

L’applicazione della protesi è un gesto ambulatoriale, semplicissimo, come mettere una lente a contatto. I bambini già dall’età di 6-7 anni sono autonomi e riescono a fare questa applicazione da soli.

Domanda:
Da ultimo le protesi oculari sono fornite dal SSN.

Alessandra Modugno:
Assolutamente sì, sia le protesi in cristallo che resina. Le protesi in cristallo vanno sostituite ogni 2 anni, quelle in resina ogni 3, ma possono essere rigenerate anche pulendole con un macchinario particolare.

Le protesi devono essere sostituite sia per motivi di usura, ma anche di modifica dell’alloggiamento della protesi stessa.

E’ importante sottolineare il fatto che i pazienti portatori di protesi applicando questo presidio raggiungono un’estetica che gli permette di avere una una vita di relazione assolutamente normale, di fare qualsiasi tipo di sport, fare il bagno al mare, qualsiasi attività gli è permessa.

E questo è molto importante per aumentare la fiducia in se stessi, la relazione nei bambini, nei rapporti sociali e nei rapporti di lavoro.

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