La produzione di una protesi oculare è un processo artigianale che richiede molta esperienza.
Come avete letto l’Ocularistica Italiana è stata fondata all’inizio del 1920 e vanta quindi 100anni di esperienza che si è tramandata negli anni.
Il processo produttivo e ancora oggi del tutto artigianale anche se implementato da nuove tecniche di produzione e rilievo della forma del bulbo atrofico o della cavità dopo intervento di eviscerazione o enucleazione.
Già da molti anni adottiamo la tecnica dell’impronta per la produzione della protesi.
Questa tecnica è stata acquisita con la partecipazione a stage internazionali e scambi tra i nostri tecnici e quelli di altri paesi europei.
Si tratta di una tecnica che si avvicina a quella dei dentisti per la produzione delle protesi dentarie.
Come si fa?
Viene preso un calco del bulbo o cavità con del silicone (lo stesso usato dai dentisti proprio perché studiato apposta per essere a contatto con la mucosa o congiuntiva senza provocare danni).
L’impronta così ottenuta viene lavorata dalla protesista dopo un’attenta osservazione del caso clinico insieme al consulente medico oculista, specializzato in applicazione di protesi, presente presso la nostra struttura.
Dall’impronta si fabbrica una forma che viene provata al paziente e apportate le eventuali modifiche fino al raggiungimento della forma ideale che avrà la protesi su misura per il nostro paziente.
Questo procedimento ci permette di avere una che una risposta immediata sulla tolleranza della protesi da parte del paziente che ci può riferire, durante la prova, se avverte fastidio ed eventualmente in che zona, così da poter modificare la forma della protesi prima della sua produzione.
Dopo le prove si passa alla fase della produzione della protesi che è un processo molto complesso che consiste di assemblare le diverse fasi della lavorazione.
Le iridi sono sempre dipinte a mano con la presenza del paziente al quale viene copiato il più fedelmente possibile il colore dell’occhio controlaterale.
Dopo l’assemblaggio manuale di tutte le parti si passa alla lucidatura della protesi per dargli l’effetto lucente di un occhio vero.
approfondimenti
La storia di Killian, affetto da retinoblastoma
Oggi vogliamo raccontare una bella storia, quella di Killian, un bambino di sei anni, è arrivato in Italia dal Perù insieme alla madre, Andrea. Nel loro Paese, a Killian è stato diagnosticato un retinoblastoma molto aggressivo, e l’enucleazione dell’occhio si è resa necessaria per evitare metastasi. Tuttavia, trovare un ospedale in grado di eseguire l’intervento è stata una sfida dolorosa,